Ultimamente la sinistra ideologica sembra impegnata più a cavalcare i problemi che a indicare soluzioni.
L’interrogazione dell’on. Gerardo Rosania sulla violazione dei vincoli che pone la legge 220 del 1957, nota anche come Zanotti Bianco, nell’area intorno alle mura della città antica di Paestum ne è un esempio.
E’ il classico approccio ideologico e massimalista, che non comprende le ragioni dei deboli né guarda allo stato delle cose o meglio alla realtà dei fatti.
Nella sua interrogazione nel Consiglio regionale della Campania si legge: “s’interroga per sapere se l’Assessore intende avviare un’attività conoscitiva finalizzata ad un programma di interventi, anche, demolitivi degli immobili abusivi ed al ripristino dello stato dei luoghi nella fascia di rispetto dell’area tutelata dalla L. 220/57 a cura del competente Settore Urbanistica – servizio vigilanza e repressione abusivismo edilizio – condono edilizio”.
Ancora una lettura dei fatti in chiave massimalista, irrealistica e punitiva. Si parla, infatti, di “interventi anche demolitivi degli immobili abusivi e al ripristino dei luoghi”.
Ma l’on. Rosania sa che Paestum non è Eboli?
Lo abbiamo apprezzato nel suo intervento coraggioso contro gli immobili abusivi nell’area demaniale del Comune di Eboli. Cosa analoga altri sindaci, purtroppo non l’hanno fatta. Ma come dicevo Paestum non è Eboli.
A Capaccio non si parla di immobili costruiti illecitamente in proprietà altrui. Chi ha costruito l’ha fatto in genere su terreno proprio. Esiste , invece, un vincolo.
La legge è chiara.
All’articolo uno si pone una fascia di rispetto di mille metri intorno alle mura di Paestum. All’art. due, il divieto di eseguire qualsiasi fabbricato in muratura e ogni altra opera che possa recare pregiudizio all'attuale stato della località. Come si evince non si parla affatto, come rilevato da più interpretazioni giurisprudenziali, ma anche dai numerosi pareri positivi espressi dalla stessa Sovrintendenza, di vincolo assoluto di inedificabilità.
Qui la questione è un’altra. L’abusivismo è anche figlio di un’applicazione irrazionale, ineguale, difforme della legge da parte della Sovrintendenza. Si è concesso nel passato ad alcuni ciò che ad altri in analoghe situazioni non si è permesso.
Il cittadino Capaccese non comprende perché in tempi diversi con funzionari diversi ad analoghi casi si sono date risposte diverse.
La questione, allora, è un’altra.
Dare un’applicazione corretta, ad una legge giusta, nata per tutelare la città antica e non certo per creare scompiglio e disuguaglianze in quella dei vivi.
Voglio subito sfatare una fallace impressione non sono affatto il paladino degli emarginati e dei poveri capaccesi costretti da una legge ingiusta ad essere abusivi. Tuttaltro. Credo che chi costruisca abusivamente debba anche rispondere dei suoi errori. Eppure tanti cittadini di Santavenere, Licinella, Torre di Paestum hanno cercato comunque di mettersi in regola. Si è arrivati quindi al paradosso. Questi nostri concittadini pagano le tasse e i tributi sulle loro case abusive, il Comune costruisce e fornisce servizi (strade, marciapiedi, fognature, ecc.).
Allora bisognerebbe, invece, che cavalcare campagne donchisciottesche, cercare una soluzione pratica al problema. Esistono dei fondi, che l’on. Gaetano Fasolino ha fatto assegnare al Comune di Capaccio per fare uno studio della questione e realizzare un’eventuale piano di recupero.
Di questi fondi non si sa più nulla. Il problema, invece, è reale ed urgente.
Per quanto mi riguarda questo è l’unico strumento reale di soluzione di quest’annoso problema, al di là delle semplicistiche e facili campagne ideologiche. La soluzione passa attraverso l’individuazione delle abitazioni (in particolare le prime case) che in base ad una “realistica ed attuale” lettura dell’articolato della legge sono sanabili, idem per le strutture produttive o ricettive. Tutto quanto invece non è a norma va abbattuto o quanto meno acquisito al patrimonio del comune.
Come ho detto un’applicazione razionale, pragmatica,uguale per tutti della legge 220 potrebbe portare alla soluzione di quella che sembra, solo nella volontà e nella mente di alcuni, una questione irrisolvibile o affidata solo all’azione delle ruspe. Una situazione nata a causa di disattenzioni, spesso volute da parte di una politica, che non ha fatto il suo dovere nel vigilare sulla crescita del territorio.
Ripeto l’abusivismo è una violazione della legge. Ma bisogna anche che la politica sia realistica e quando le situazioni si mutano agisca anche di conseguenza. Non si può immaginare o teorizzare l’abbattimento di centinaia di abitazione (spesso prime case). Non si può neanche pensare di riportare lo stato dei luoghi a cinquanta anni fa. E’ assurdo e antistorico.
Bisogna certamente arginare e colpire l’abusivismo attuale, anche energicamente, come sembra voglia indicare l’interrogazione, soprattutto quando vi si nasconde la mano di speculazioni opportuniste. Ben diverso è invece e la situazione creatasi con la crescita tumultuosa e disordinata degli anni passati. Non si può immaginare di mantenere tutto sotto una cappa statica. Non si può negare al cittadino il permesso a rifare un tetto o a portare migliorie quando la situazione lo richiede, come non si può pretendere di fare tabula rasa di interi rioni del nostro Comune.
Anche questo sarebbe criminale.
enzodisirio
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