La lettura della circolare Verdini-La Russa che sancisce l'accordo di massima tra i due partiti fondatori del Popolo delle Libertà lascia qualche perplessità e alimenta malumori e qualche dissenso nella base.
Già la modalità di diffusione-non diffusione del documento stesso lascia perplessi. Infatti benché abbia in calce la firma anche del reggente di A.N. sembra essere più un documento interno a Forza Italia. Si fa riferimento nell'intestazione tra i vari destinatari ai coordinatori comunali , che sono un istituto tipico di rappresentanza di quel partito. Non si legge, infatti, ai Presidenti di circolo. Il che, fa pensare proprio che si tratti solo di un documento con indirizzi interni alle strutture di quel partito. Ma allora perché vi è in calce anche la firma del nostro La Russa?
Evidentemente si dà diffusione a indirizzi preconcordati dai due esponenti politici a nome dei rispettivi partiti.
Allora una domanda sorge spontanea: perché la dirigenza di Alleanza Nazionale non ha dato uguale diffusione a tale direttive, se tale è l'accordo tra le parti, anche nelle proprie strutture territoriali sino al più piccolo circolo del più sperduto paesino italiano?
Non ci piace certo neanche la scelta nella composizione dei vari coordinamenti territoriali su una base preconfezionata del 70% a F.I., e del 30% A.N.
Anche se ben ne comprendo le ragioni fondanti.
Ben sappiamo, però, che A. N. a differenza di Forza Italia è un partito di iscritti e non di eletti. Già la scelta delle modalità di approdo al P.d.L. lo sottolinea fortemente: congresso per Alleanza Nazionale (sono gli iscritti a decidere), convention per Forza Italia (solo una passerella per i suoi eletti).
Inutile sottolineare come A.N. sia un partito e tale vorremmo che fosse anche il Popolo delle Libertà.
Certamente tale divisione delle rappresentanze è posta solo su una base quantitativa e non qualitativa. Infatti, il nostro 30% vale ben più del 70% di Forza Italia.
Qualcuno potrebbe in tal senso affermare che le mie sono argomentazioni da tifoso. Io ribatto che la mia tesi si basa su dati di fatto. La mia personale esperienza mi ha portato a vedere la struttura territoriale del partito di Berlusconi per quello che è: una scatola vuota.
Possono anche contare 300 iscritti come accade nella mia Capaccio-Paestum, ma la partecipazione degli iscritti e la produzione politica e quasi zero. Contano solo e soltanto gli eletti e i vertici superiori (spesso designati e non eletti).
Questo è il P.d.L. che non vorrei.
E' proprio questo il compito del reggente e dei vertici del partito. Far valere queste considerazioni e soprattutto tutelare la ricchezza di una struttura territoriale articolata e radicata sul territorio, unica a poter dare un fondamento organizzativo e politico alla nuova creatura. Altrimenti rischiamo una fusione a freddo sul modello del Partito Democratico. Una semplice sommatoria di numeri, apparati e eletti ma non la nascita di "un Popolo delle Libertà".
Trovo anche grave che in tal senso che a quasi dieci giorni dalla sigla di tale "lodo" la dirigenza di A.N. , nelle sue diverse articolazioni territoriali, debba venire a conoscenza di tali direttive dai propri omologhi berlusconiani o da indiscrezioni e dichiarazioni giornalistiche e non in forma di comunicazione ufficiale.
Un ultimo quesito mi sorge spontaneo. Ma l'eventuale partecipazione di partiti alleati o movimenti locali in tali coordinamenti sarà conteggiata in quota F.I., così come è avvenuto per le candidature nelle ultime politiche, o no?
Detto ciò non vorrei che si travisasse il mio pensiero.
Sono, come molti iscritti di A.N. un convinto sostenetire del Popolo delle Libertà.
Non a caso le maggiori resistenze, nella mia realtà locale, a costituire un cordinamento provvisorio dei partiti del P.d.L. ed un gruppo consiliare unico sono venute proprio dagli amici di Forza Italia, che rimarcavano la necessità di una proprio autonomia politica e diverse indicazioni dai propri vertici provinciali.
I passaggi così come pensati dai vertici nazionali sono più che giusti, in quanto la gradualità è la chiave per il raggiungimento di una maggiore coesione tra esperienze e metodi diversi. Vorremmo in tal senso che questo "fidanzamento", come si faceva nelle famiglie di una volta, durasse un pò di più.
Igniazio, diciaaaamocelo (con stima e affetto) non corriamo e facciamo in modo che tale processo di avvicinamento veda la base più coinvolta.
E' qui che alla fine prenderà vita la nuova creatura.
E poi non siamo per la santità del matrimonio?
Se romano, cattolico e apostolico (indissolubule e fino a che morte non ci separi) deve essere, facciamo che abbia solide basi...
enzodisirio
a me il Pd non piace molto, ma almeno hanno avuto il coraggio di fare un percorso democratico. Questi continuano con le designazioni da vassalli e valvassori. Siamo tornati al medioevo!
RispondiEliminaIl pdl è un punto di arrivo necessario. Resitenze conservatrici e la tutela dell'orticello non devono essere motivi di intralcio.
RispondiEliminaVai avanti Ignazio!
ANSupporter
Ben alzati elettori di Allenza Nazionale! Cappuccino e cornetto?
RispondiEliminaheriberto
Condivido la necessità di essere più cauti nel processo di fondazione del PDL.
RispondiEliminaMa la via è ormai decisa.
Milioni d'Italiani lo hanno voluto!
Neromalpelo