
L' appello di Giorgio Napolitano al dialogo non può che trovare consensi all’interno del Pdl. Già sabato – durante l’assemblea nazionale di An, che si è svolta a Roma, per definire la road map che porterà a febbraio alla nascita del Pdl – si è discusso a lungo sulla possibilità di costruire un confronto sereno con l’opposizione. E questo potrebbe essere uno dei temi centrali dell’azione del nuovo soggetto politico per giungere alle riforme condivise che servono al Paese. Chiaramente in quest’ottica il Pd deve decidere da quale parte stare, se seguire la strada di un'opposizione costruttiva oppure scegliere quella dipietrista del muro contro muro. Ma il dialogo per An resta un tassello importante, una posizione che conferma la tradizione di un partito che non alza steccati e guarda al futuro senza il filtro degli interessi di parte.
Quella di sabato è stata un’assemblea nazionale importante: è stata approvata all’unanimità la relazione di Ignazio La Russa e si è detto sì al percorso che porterà alla nascita del Pdl. Nel suo intervento il reggente ha fissato gli appuntamenti attraverso cui An e Forza Italia costituiranno il Pdl: entro luglio ci sarà un coordinamento nazionale del Pdl formato dai soli promotori di An e FI. Poi ci sarà un comitato costituente.
Nella prima settimana di agosto verrà insediata la commissione per lo statuto, mentre a ottobre, novembre e dicembre partirà una campagna d’informazione, con gazebo in tutte le città. A gennaio o a febbraio del 2009, si svolgerà la stagione congressuale. La Russa ha assicurato che il congresso costituente "nei primissimi giorni di febbraio" sceglierà i quadri, voterà lo statuto, gli organi elettivi e le norme transitorie per il regime del primo periodo. "Ho informalmente sottoposto questo timing – ha detto all’assemblea – a Gianfranco Fini e a Silvio Berlusconi, per poi portarlo alla valutazione di Denis Verdini", coordinatore nazionale degli azzurri.
Gli interventi hanno ruotato intorno all’inopportunità di conflitti o prove muscolari con Forza Italia. E in questo senso La Russa è stato chiaro spiegando che non esiste affatto «il cono d’ombra», nel quale alcuni commentatori vogliono ricacciare la destra ed è invece una scelta di An vivere il passaggio al Pdl «senza inutili protagonismi». Il confronto è stato aperto. Gianni Alemanno ha detto no all’abolizione delle preferenze nella legge elettorale europea, e sì al «ripristino attento» della possibilità di scelta degli elettori. "Non sono d’accordo – ha detto – con l’abolizione sistematica delle preferenze. È un dato che certamente ci evita tanti problemi, le clientele e i costi della politica, ma quando i giornali parlano di “casta”, questo nasce sul concetto di realtà autoreferenziale, di liste calate dall’alto, e ha un fondamento". Critico il sottosegretario all’Ambiente, Roberto Menia:"Non vorrei vedere che quel grande esercito di uomini e donne di An si liquefaccia e vedere Gianfranco Fini fare il generale senza il suo esercito". Poi Menia ha sottolineato: "Noi abbiamo il timing, quattro righe sull’intesa 30-70, due gazebo e un congresso che verrà, fatto in gran parte di nominati, a gridare viva il parroco. E il resto? Tutto il resto manca". La Russa ha replicato: "Non vedo disertori, questo rischio non c’è. Non metteremo bandierine, ma coinvolgeremo nel percorso verso il Pdl militanti di base e iscritti. Ci sarà dibattito e io assicuro che l’identità di An sarà portata fino all’ultima briciola, dentro al Pdl". Per La Russa, poi, è "assolutamente corretta" la percentuale 70 a 30 decisa in base ai rapporti con Forza Italia per costituire gli organismi che scriveranno le regole e condurranno alla confluenza del nuo soggetto. Totale apprezzamento per la relazione del reggente da parte di Maurizio Gasparri, sui tempi di formazione e sui contenuti del partito unitario. Sui numeri è stato categorico: "Non è ora che dobbiamo parlare di spartizioni, della percentuale di An e FI negli organi di gestione. Non è questa la sfida, perché è evidente che in alcune province avremo il 30, in altre il 40 e in altre ancora il 50 per cento". Mentre per Andrea Ronchi "An deve confluire a schiena dritta nel Pdl, essendone motore e linfa con i suoi valori e le sue idee». Anche Altero Matteoli ha assicurato che «si sta creando il Pdl senza annessioni e senza prendere ordine da nessuno". Il dibattito all’interno di An si è allargato poi ieri in Forza Italia. Fabrizio Cicchitto ha sottolineato che "il processo del Pdl è irreversibile perché rispetta esattamente la volontà espressa dagli elettori". Eventuali divergenze all’interno del Pdl? "Basta partire – ha detto – dagli obiettivi condivisi, la modernizzazione dello Stato, dell’industria, il garantismo, i diritti della persona e su questo ci troviamo anche in Parlamento". Parole condivise da Bruno Murgia: "La politica dellavera destra non verrà accantonata con il Pdl".
Tratto dal "Secolo d'Italia" del 29.07.2008
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