
Sono passati moltissimi mesi dalle famose primarie che entusiasmarono e galvanizzarono le folle del POPOLO della SINISTRA nostrana. Da allora è calata una cortina di piompo e il PD è caduto in uno stato apparentemente comatoso. All'epoca delle primarie l'entusiasmo si leggeva anche nei dibattiti su blog e forum vari, dove ognuno magnificava la svolta innovativa e realmente "democratica" del nuovo partito unico.
I fatti, poi, hanno dileguato ogni dubbio sulla natura del PD nelle sue compagini nazionali e periferiche.
Un partito oligarchico, ben lontano da quel modello di partecipazione allargata alla base che si era teorizzato all'inzio. In realtà non poteva essere altrimenti. Il PD è il frutto della "fusione a freddo" dei due maggiori partiti d'apparato italiani, l'ex PCI e l'ex DC. Un'operazione talmente mal riuscita che oggi ad un anno dalla sua nascita ancora si parla e si litiga su quale sia la collocozione ideologica ed europea del nuovo partito se il PPE o il PSE. Oggi di fatto sono separati in Europa: gli ex Margherita siedono nel gruppo del Partito Popolare Europeo, i DS con il Partito Socialista Europeo.
A Capaccio non si è scritta o detta più una parola sul nuovo partito della sinistra "democratica" dopo le primerie.
Come mai?
Da allora, solo oggi sembra avviarsi l'apertura di un circolo cittadino.
Per di più soltanto in campagna elettorale avanzata vi è stato un sussulto di orgoglio con l'organizzazione di eventi pubblici a favore dei candidati di quel partito.
Eventi che hanno visto molti uomini dell'amministrazione comunale, compreso il primo cittadino, in prima fila. Peccato che tanto impegno non sia stato premiato. Una scarsa presenza di pubblico e un ben misero ritorno elettorale.
Un risultato però lo si è ottenuto. La maggioranza amministrativa si è dichiarata politica, come era ben chiaro sin dall'inizio, cosa che solo pochi sprovveduti o "interessati" avevano non "creduto" attribbuendogli i connotati del civismo.
Una maggioranza amministrativa che ha così avviato un serio dibattito interno sulle ragioni del suo essere, dato che veniva a cambiare la natura dell'aggregazione che da civica si colorava politicamente, con un chiaro dominus politico: il PD.
Peccato che un partito politico (P. d C. I.), che sosteneva quella maggioranza e che si era presentato con una lista civica alle amministrative, avesse un candidato alla Camera. Cosa non da poco se Pinello Castaldi in pieno Consiglio Comunale ha manifestato il malessere suo e del suo movimento per la scelta del Sindaco e di altri consiglieri di dichiararsi in piena campagna elettorale del PD.
Hanno fatto tutto da soli. Infatti, così facendo, a urne chiuse, si sono iscritti fra i perdenti.
I miei concittadini, in questi giorni, hanno potuto tutti leggere un manifesto che pubblicizza la prossima apertura di un Circolo del PD "Magna Graecia". In realtà la cosa doveva riuscire proprio difficile. Infatti, non c'è uno spazio pubblico (o meno) che non sia tappezzato da file di quel manifesto. Davvero un impegno notevole.
PECCATO !
Si! Peccato che malgrado l'alto richiamo civico a valori ideali e all'impegno politico contenuti in quel "foglio" traspara già quello che sarà il partito dei "democratici".
Solo un anonimo numero di cellullare quale recapito per le adesioni e un vago riferimanto ad un non chiaro comitato costituente.
Se questo è il primo passo figuriamoci gli altri.
Peccato che di ciò i miei compaesani non ne parlino. Forse ritengono la cosa "normale".
Se ciò fosse vero, sarebbe il segno dell' involuzione civile e politica di una collettività.
Ricordo che un partito è prima di tutto un'associazione di persone, poi un attore del sistema politico. Come tale si deve basare su una base sociale, su una micro comunità di persone unite da un comune visione del reale e dell' ideale, da un proggetto comune.
Il che significa trasparenza e pubblicità della vita di questa istituzione.
Non si può fondare un circolo di un partito partendo già da un nome ben definito "Magna Graecia", piccola cosa concordo, ma significativa dello stato delle cose. Non sarebbe anche questa una cosa che gli iscritti dovrebbero decidere insieme?
Si può poi partire con una campagna di adesioni ad un partito nuovo, nel senso di prima non esistente, senza anticipatamente pubblicizzare l'iniziativa con una presentazione pubblica dei promotori? Magari attraverso anche la stampa locale se non si vuole passare per la manifestazione pubblica. Il primo passo è sempre quello di far conoscere a tutti chi sono i promotori dell'iniziativa, quali sono le loro idee, i loro progetti, ecc.

Purtroppo si è scelto la via della pre-adesione telefonica a scatola chiusa. Qualcuno si vergognava d' iscrivere il proprio nome tra i promotori della nascita del Circolo?
Quali le ragioni di questo metodo "traverso"?
Non è meglio presentare le adesioni presso una sede pubblica anche temporanea proprio per conoscersi, chiarirsi e confrontarsi?
Evidentemente il precotto è nell'aria.
Si acquisiscono adesione ad un progetto già bello e fatto. Una variante delle primarie dove il risultato era già scontato. La gente deve solo celebrare il suo ruolo di figurante.
Gli attori sono ben altri!!!
Intanto a Scafati le primarie cittadine per la nomina del responsabile cittadino del Partito Democratico hanno visto la partecipazione di oltre 150 gli aderenti al partito. Che ricordo hanno sottoscritto e presentato una lista rispettando la scadenza fissata, secondo il regolamento provinciale e regionale, del 23 giugno scorso.
Intanto mi ritorna in mente un comunicato stampa di Alfonso Stile (ma che centra tale notizia coll'istituzione comune?)in cui si celebrava l'ampia partecipazione alle primarie ed il successo personale del Vicesindaco Lorenzo Tarallo. Il quale giustamente ha rivendicato a Capaccio la guida del partito, forte degli ottimi risultati conseguiti.
Ma in quel comunicato dell'addetto stampa del nostro comune si sottolineava anche un'altra cosa a mio modo di vedere scandalosa e ridicola nella sua sfrontatezza. Tarallo era definito con un certo orgoglioso compiacimento "il delfino della famiglia Valiante". Nessun satrapo o nel nostro caso sotto-sotto satrapo, neanche nella tanto vituperata prima repubblica, avrebbe per propria dignità sbandierato ai quattro venti di essere "il delfino di...". Come a dire che la sua legittimazione ad attore politico non viene da quei suoi concittadini che lo hanno votato, nè dalle sue idee e valori, progetti e programmi ma dal suo referente.
L'organizzazione dell'attuale impresa politica del PD campano: vassalli, valvassori e valvassini, ecc...
Se questa è l'idea di certa politica a Capaccio, possiamo ben capire cosa sarà il PD nel nostro paese.
Meglio di Vanna Marchi.
Già me lo immagino. Alle prime cento telefonate inclusa nell'offerta tessera un bella foto omaggio del nuovo "patrono" locale da mettere sul comodino affianco al letto per conciliare il "sonno" e fare tanti bei sogni d'oro.
enzodisirio
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