
FRANCESCO D’AMBROSIO C'è Giorgia Meloni nella sede di An ma a catturare l'attenzione è il senatore Nino Paravia: «Deluso, avrei abbandonato il seggio dopo cento giorni se non mi avessero trattenuto a Roma l'entusiasmo di Cirielli e la grande fiducia riscontrata nei giovani salernitani iscritti al partito». La esile vice presidente della Camera annuisce e dice: «Quella di Salerno è tra le migliori federazioni giovanili d'Italia, da presidente di Azione Giovani la sento mia di adozione». Complimenti che non sorprendono il vulcanico Antonio Iannone: «A Salerno i giovani hanno il terrore di dichiarare pubblicamente la loro appartenenza ideologica al centro destra. Qui vige un clientelismo imperante che decide se un ragazzo debba o non possa lavorare. Il centro sinistra ha massimalizzato il sistema le cui fila sono mosse dal politico di turno». Rafforza Cirielli: «Coloro che vendono i propri voti dovrebbero vergognarsi». Espressione usata anche per stroncare «chi utilizza i valori della destra per cercare un seggio in Parlamento. Che non avrà». Il tema dei giovani in politica è introdotto in maniera caustica da Paravia («Volendo scrivere la tesi di laurea su De Mita, la Picierno ha dimostrato di avere seri problemi») per poi essere affrontato da Giorgia Meloni: «È sulle politiche giovanili - attacca - che emergono tutte le ipocrisie e le falsità del centro sinistra. Il precariato, per esempio: proprio gli ex co.co.co. hanno pagato con 4.4 milioni la riforma previdenziale e l'abbattimento dello scalone introdotto dalla legge Maroni. Tassa a cui si aggiunge l'abolizione dei fondi di garanzia per i mutui. Veltroni nasconde la realtà pensando di trattare gli italiani come mentecatti». Bollata come "infelice" la battuta in Rai di Berlusconi alla precaria, la Meloni attacca il ministro alle Politiche giovanili, Meandri: «In due anni ha stanziato 130 milioni. Parte di quei soldi è servita al progetto teso all'acquisto consapevole dei videogames…». Dalle batoste alle proposte: «Il Pdl propone una no tax sperimentale a vantaggio dei giovani che decidano di avviare imprese, il riscatto delle case pubbliche con trasformazione della quota di fitto in rata di mutuo, un piano dettagliato e massiccio di edilizia residenziale pubblica, sostegno alle giovani coppie all'atto della sottoscrizione del mutuo». Ma è sui diritti della famiglia e delle donne che Giorgia Meloni ci mette il cuore: «1.3 figli per donna rispetto ai 2.1 necessari per determinare l'incremento demografico disegnano scenari inquietanti: la nazione Italia è destinata a scomparire. Io voglio invece un Paese in cui mettere al mondo un bambino dev'essere un atto di libertà e non un lusso». Sulla pillola abortiva: «Può dirsi degna una civiltà che investe più soldi nella ricerca di strumenti che distruggono la vita piuttosto che in misure che la tutelano? In Italia si ha la libertà di abortire ma non la stessa di mettere al mondo un figlio». Ultime stoccate al centro sinistra: «Non avrei rappresentato questa generazione con il figlio di Colaninno. Mi chiedo perché i tanti validi giovani di quell'area politica non si sono ribellati a questo giovanilismo di facciata».
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