domenica 20 luglio 2008
No! Non ci siamo. Cari eletti, la prospettiva è il vuoto (istituzionale e dei cervelli).
Sono molto incazzato!
Ma anche deluso.
A guastarmi il sabato sera ci ha pensato il Tg, o meglio, la proposta del PdL sulla legge elettorale per le europee.
Eppure la volontà degli Italiani di riappropriarsi della scelta degli eletti sembrava, almeno a me, che fosse arrivata chiara e forte nei luoghi del potere.
E invece pare che qualcuno a Roma debba ricorrere a supporti acustici.
Una volta si diceva "fare orecchie da mercante".
I presentatari del progetto di legge sono personaggi di non poco conto nella compaggine istituzionale del Popolo delle Libertà: Italo Bocchino, Peppino Calderisi, Gaetano Quagliariello, Fabrizio Cicchitto e Ignazio La Russa. Cosa che ci fa pensare che tale iniziativa legislativa sia qualcosa di più della volontà di dare un contributo al dibattito politico di singoli parlamentari.
Lasciatemelo dire una proposta indecente!
A chi come me vede il teatrino della politica da esterno non può non pensare ad un tentativo della nomenklatura di espandere la sua influenza e autorità a scapito della volontà popolare. Già in passato abbiamo assistito a congressi di partito con liste bloccate, adesso il metodo lo si vorrebbe estendere a livello istituzionale.
La cosa rattrista soprattutto il sottoscritto che ha sempre pensato all'istituzione partito come fondamentale per il funzionamento dell'attuale forma di democrazia.
Pensavo che "il porcellum" fosse un male momentaneo, ma qui lo si eleva a modello.
Evidentemente i porcelli-legislatori crescono, Calderoli ha fatto proseliti.
Malgrado tutto è una proposta che in altri punti trovo sensata e giusta.
Lo sbarramento al 5 % , per continuare la semplificazione del sistema politico italiano e dare rappresentanza solo a chi ha una certa consistenza elettorale. Principio mitigato dall'aumento delle circoscrizioni elettorali da 5 a 15, con liste dei candidati molto corte (5 o 6 nomi). Va bene anche la "riserva indiana" dell'alternanza tra uomini e donne nelle liste.
Ma una cosa proprio non mi scende.....
la lista bloccata.
Ancora una volta si vuole espropriare i cittadini del diritto di scegliersi i propri governanti.
Ricordo ai signori "apprendisti legislatori" che sulla questione "minore" della rappresentanza ci sono state fior fiori di rivoluzioni.
Non si può pensare di demandare agli Italiani il solo compito di scegliere i partiti, riservando a questi ultimi, o meglio alla loro nomenklatura, la scelta dei probabili eletti. E' un sistema che non premia la selezione della classe dirigente, ma da solo l'opportunità, a coloro che occupano in un dato momento il vertice di un partito, di perpetuare il proprio ruolo apicale, scegliendosi tutti coloro che dovranno occupare le varie caselle istituzionali.
Se questa legge vuole essere una prova per quella nazionale siamo messi proprio male.
Adesso più che mai rimpiango Gianfranco Fini al vertice del Partito, non a caso relegato al ruolo "superpartes" di Presidente della Camera" e uomini come Pinuccio Tatarella, certamente di ben altra tempra, che ben sapevano quale fosse il loro ruolo e compito nelle istituzioni.
Gli attuali danno l'immagine di essere in "pò ....flessi " verso l'attuale leader della coalizione.
Cosa che butta una luce inquietante sul futuro partito unico.
A questo punto perchè non estendere il sistema anche a livello locale. Me lo immaggino già il Presidente o il segretario di turno farsi la sua bella lista a tavolino mettendoci il fratello, la sorella, i cugini, il compare, la moglie, l'amante e qualche amico, magari anche il nonno se serve....
Ridateci la preferenza.
Certo non due voti, come ventilato dalla proposta del PD, cosa che trovo un ritorno ad un altro passato, quello delle "cordate", ma un semplice e unico voto di preferenza.
Si dia alla gente la possibilità di votare il proprio beniamino (giusto o sbagliato che sia). L'alternativa sarebbe un parlamento (europeo o nazionale) grigio e senza personalità, senza quello spirito critico che sempre è stato momento di crescita e di arricchimento del dibattito politico.
Il parlamento non può essere un consiglio di amministrazione dove chi pensa di detenere un pacchetto azionario decide anche i suoi componenti. I partiti devono proporsi al popolo sia come tali che nelle loro facce (nei suoi uomini).
A me è sempre stato detto che il Popolo è Sovrano!
Almeno una volta così si diceva ....
enzodisirio
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