La Mozzarella di Paestum è sana. La notizia non è inaspettata. Tutti, infatti, erano a conoscenza del fatto che i problemi erano solo del casertano e di alcuni caseifici dell’avellinese. Interessi economici forti e una campagna massmediatica superficiale e “sospetta”, ha fatto di un erba un fascio.
La mozzarella made in Salerno è sicura. Sono risultati “negativi” i primi 14 test effettuati sul latte proveniente dalle stalle d’allevamenti situati prevalentemente nella Piana del Sele. La notizia arriva da Porto Marghera, da uno dei laboratori più accreditati d’Europa. La circostanza la riferisce Antonio Limone, commissario dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale per il Mezzogiorno di Portici che coordina le attività dello screening volto ad individuare possibili contaminazioni da diossina. «Nel caso dei 165 prelievi effettuati nei caseifici di Salerno e Benevento - ha detto Limone - a differenza delle prime tre province campane analizzate, ad ogni campione corrisponde un solo allevamento, quindi per il momento è stato possibile sbloccare già 14 strutture e far ripartire la produzione di mozzarella di bufala fatta con il latte locale». "Salerno si conferma provincia di qualità. I primi test sui campioni di mozzarelle dei caseifici salernitani, con esiti negativi, ne sono la riprova, ha dichiarato il presidente dell’amministrazione provinciale Angelo Villani. “ Del resto, come avevamo sempre sostenuto, Salerno è stata ed è lontana da questi pericoli”, dice. Il campione finora esaminato è significativo poiché è distribuito con casualità sui vari territori interessati agli allevamenti.
Mentre a Salerno si tira il primo sospiro di sollievo, sono ancora in corso le analisi sui casi trovati positivi ai primi controlli (il 14% del totale), effettuati nelle province di Napoli, Caserta e Avellino. In questa fase, si deve risalire all'allevamento fornitore del latte trovato contaminato e ripetere le analisi, agli altri allevamenti compresi nel raggio di tre km, sia sul latte che sul foraggio per l'alimentazione animale. Il grande lavoro svolto dai servizi veterinari delle Asl 2 e 3 hanno permetteranno di rendere più veloci i tempi.
Intanto i danni all’economia locale sono molteplice. Alla crisi dell’emergenza rifiuti, che nel Salernitano non si è affatto sentita, essendo una provincia “diversa” dalle viciniori, per storia, cultura e mentalità, con un alta percentuale di differenziata, che ha colpito il comparto turistico ( la costiera amalfitane, Paestum, il Cilento) e quello agroalimentare si è aggiunta anche quella dell’oro bianco, prodotto tipico e di punta della nostra terra.
Come sempre i nostri mali trovano un denominatore comune: Napoli e Caserta.
Che il Vallo di Diano non abbia torto a voler transitare in Basilicata?
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