L'ennesima sconfitta del PdL alla Camera dei Deputati, per le numerose assenze dei parlamentari della maggioranza, su un emendamento passato sul decreto milleproroghe provoca l'ira funesta del Cavaliere. In un primo commento Berlusconi aveva tessuto l'elogio dei senatori risultanti dal confronto con i loro omologhi della Camera più diligenti e affidabili. Poi la querelle con Italo Bocchino capogruppo del PDL alla Camera dei Deputati, quindi la svolta:
"basta con i doppi incarichi".
Peccato che a tale decisione si sia pervenuti solo quando tale fenomeno ha cominciato ad esplicare i suoi effetti nefasti anche sulla tenuta in aula della maggioranza. Troppi parlamentari impegnati in missione o in altri incarichi.
In realtà sarebbe dovuto essere una scelta obbligata dallo stesso Statuto di Forza Italia, come anche quale scelta di rispetto verso colleghi e cittadini.
Certo il trattamento economico da parlamentare è ben altra cosa di quello di componente dell'esecutivo, senza contare il trattamento "pensionistico" particolare e le altre guarantigie connesse.
Eppure all'indomani della costituzione delle Camere solo Franco Frattini aveva rassegnato le dimissioni per poi ritirate quando i propri colleghi non l'avevano seguito.
Giustamente una cosa è essere ligi alle regole, un'altra è passare per "fessi".
Ben venga allora la "lettera" annunciata a gran voce dal premier. Questa dovrebbe contenere un aut ..aut .. o parlamentare o componente del Governo.
E comunque per gli interessati non cambierebbe nulla. Infatti ,già esiste una legge voluta dal centro-sinistra ai tempi del Governo Prodi, che equipara il trattamento economico dei sottosegretari a quello dei parlamentari. Chiaramento perderebbero diritti e immunità proprie dei componenti delle Camere.
La questione poi non riguarda solo i ministri e i 33 sottosegretgari, ma anche tanti altri parlamentari che mantengono dei doppi incarichi.
Vi sono coloro che ricoprono incarichi istituzionali di vertice a livello locale come : Adriana Paroli (FI), neo sindaco di Brescia, Maria Teresa Armosino (FI), presidente della Provincia di Asti, Antonio Pepe (AN), presidente della Provincia di Foggia, e altri che siedono addirittura nei consigli regionali come Sabrina de Camillis e Giovanni Dima.
Qualcuno ha giustamente osservato troppe sedie per un solo "sedere".
Sarebbe allora senzaltro opportuno istituzionalizzare anche in parlamento quanto gli stessi suoi componenti hanno stabilito per gli altri. Nei Comuni e nelle Province già esiste la norma che pone l'incopatibilità tra gli incarichi di "governo" e quello di consigliere. Ma direi di più. Estendere tale principio anche ad altri incarichi in qualsiasi istituzione (e non solo per i componenti delle Camere) dove si prefigura una presenza continua e partecipata nello svolgimento di diversi incarichi. L'esempio dei parlamentari sindaci è uno, ma potrbbe riguardare anche altri ambiti come qualsiasi altro ente di qualsiasi natura (una minicipalizzata o un parco, ecc.).
Speriamo che si faccia di necessità virtù.
enzodisirio
Sono d'accordo che l'incopatibilità non valga solo per i parlamentari ma anche per qualsiasi ruolo istituzionale con qualunque incarico rilevante in enti pubblici o privati.
RispondiEliminaneromalpelo
bello prendere due stipendi. alla faccia di chi come me non arriva neanche a metà mese!
RispondiEliminaCredo che solo chi non ha bisogno dei soldi come Berlusconi possa fare una norma sull'incompatibilità degli incarichi, toccando gli interessi della casta.
RispondiEliminaSe non la fa neppure lui, non ci sono speranze.
Troppi incarichi lascerebbero spazio ad altre voci, oltre quelle che già ci sono! Bisognerebbe lasciare posto anche ad altri!
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