Lo dico senza remore: io sto con Gianfranco Fini.
Credo che ci sia voluto coraggio e carattere a dire quanto ha detto. Qualcuno dice che le sue siano scelte opportunistiche e dettate dal carrierismo. Lecito crederlo e pensarlo. Ognuno può coltivare le sue opinioni. Credo però che molto opportunismo lo si sia visto, certamente, in altri ambiti:
tra coloro che si dicono "mai antifascisti" e che credo che così si valorizzi un identità e invece porgono il destro a chi certo non li ama;
tra coloro che hanno interesse a ridicolizzare e ridimensionare la classe dirigente di AN in vista con l'abbraccio con FI nel PdL;
tra i "campioni" di un'opposizione stanca e priva di argomenti;
tra i "professionisti" dell'antifascismo.
Il fascismo fu un male. Un grande male. E certo questo la nipotina del Duce e i suoi "uaglioni" non lo potranno mai ammettere. Di certo fu una dittatura. Ma all'inizio era cosa ben diversa. Era democratico, rivoluzionario e repubblicano. Al potere divenne regime, oppressore delle opposizioni, si sposò con gli interessi contro cui aveva raccolto i consensi della sua base (i latifondisti al sud e gli industriali al nord, la monarchia e la Chiesa). Quindi come si può avere nostalgia per un passato che tradì se stesso. Mussolini era socialista e repubblicano e tentò di recuperare le ragioni delle origini nella breve esperienza di Salò. Da quelle idee trasse origini il glorioso MSI e non certo dalla nostalgia di un passato chiusosi a Piazzale Loreto.
Come ci si può oggi, ancora dirsi fascisti? Io credo che i giovani di oggi, e ce ne sono tanti in An ed in Azione Giovani, non guardino più al passato ma vivano il loro tempo.
Fini è stato sino ad ora coerente con la svolta di Fiuggi. Non si può essere attori dell'azione politica senza condividere alcuni valori fondamentali, che dovrebbero essere un patrimonio comune di tutte le forze politiche in gioco. La democrazia, la libertà sono beni fondamentali che il fascismo rinnegò. Ecco perchè quantunque si possa guardare ai valori fondanti di quel movimento ai suoi esordi ( che come ho detto fu cosa ben diversa dal ventennio) non si può non essere che antifascisti, cioè contro tutte le dittature e i totalitarismi.
Però un piccolo appunto lo voglio fare.
Il fascismo fu antidemocratico, una dittatura e perseguì i suoi scopi fino arrivare anche all'omicidio politico, che certo fu praticato eccezionalmente e raramente, mentre sitematiche erano le famose purghe all'olio di ricino e i confini. Non mi sembra, obiettivamente che tale regime possa essere messo alla stregua di altri con i loro lager o gulag, con i loro desaparecidos, le loro torture e omicidi mirati e sistematici.
Ma ciò non lo assolve e va condannato come un male.
Non mi sembra però che tale morale valga per tutti:
per i "resistenti" che si dicono anti fascisti, mi sembra però senza coglierne il vero significato, e che poi però esaltano e guardano alla Cuba di Castro o si fanno fiancheggiatori dei terroristi delle FARC;
per gli anti fascisti che se ne sono fatti un blasone e ne hanno fatto una retorica stucchevole di primato politico, salvo poi volere nei fatti sostituire una dittatura con un sistema totalitario (la dittatura del proletariato).
E' realtà storica che non tutti coloro che furono antifascisti furono per la democrazia e la libertà.
Non posso che pensare, infine, a Churchill quando disse, più o meno, che in Italia vi erano quaranta milioni di fascisti prima della guerra e quaranta milioni di antifascisti dopo.
Non voglio fare quello in malafede, ma se un Giorgio Napolitano (nel GUF), un Dario Fo (Repubblichino) o un Bevilacqua (giornalista che pubblicava anche articoli di stampo razzista) hanno aderito (poi possono fare i loro distinguo) a quel movimento qualcosa vi avranno intravisto? O forse erano vittima di un lavaggio del cervello massificato degli Italiani come quello che attua il duce Berlusconi nei tempi presenti?
Io credo che le parole di Alemanno e La Russa andavano in tal senso. Cioè che i giovani repubblichini combatterono per l'idea di Patria, in cui credevono sinceramente. Infatti, non si può continuare a parlare degli americani e degli inglesi di allora come degli "alleati". Nè come liberatori, sì ma da chi? Da noi stessi!
Non si puo continuare a coltivare l'ipocrisia nazionale di un lavacro generale da ogni responsabilità. Gli Italiani appoggiarono un regime antidemocratico e illiberale, poi si convertirono in massa al comunismo e al cattolicesimo liberale.
Tutto il resto è ipocrisia e calcolo.
Un'ultima cosa la voglio dire su quei giovani che si fanno paladini di un antifascismo e che evidentemente non hanno capito nel suo significato essenziale. Mi roferisco a quei giovani (o meno) che in virtù della demonizzazione di quello che dovrebbe essere un avversario e invece e percepito come nemico assumono proprio quegli atteggiamenti e quei comportamenti che condannano e intravedono negli "altri".
Come si può essere antifascisti e poi strappare i manifesti di chi non la pensa come me, impedire a chi non la pensa come me di esprimere le proprie opinioni, intimidire picchiare chi non la pensa come me, distruggere e incendiare la proprietà e i beni altrui come strumento di protesta.
Francamente i valori fondanti dell'antifascismo sono quelli democratici e liberali. Se il fascismo fu un regime chi vi si opponeva doveva coltivare valori opposti. Ma siamo sicuri che sia sempre stato così?
Per quanto riguarda i movimenti neo fascisti e neo nazisti non spendo una parola, la condanna è assoluta senza appelli!
18/09/2008. Piccola rassegna stampa sull'argomento.
REPUBBLICA, "VIA DA AN CHI NON E' ANTIFASCISTA" di CASADIO GIOVANNA
CORRIERE DELLA SERA, FASCISMO, INTERVIENE LA MELONI "BASTA POLEMICHE E INGENUITA'", di FOSCHI PAOLO
GIORNALE, NOI CREDIAMO NELLA COSTITUZIONE ORA BASTA OFFRIRE ARMI ALLA SINISTRA di MELONI GIORGIA
SECOLO D'ITALIA, "NON CI FACCIAMO METTERE ALL'ANGOLO. NON HANNO ARGOMENTI" di GRAVINO ANNAMARIA e DONZELLI GIOVANNI
SECOLO D'ITALIA, NON CI STIAMO AL RICATTO DELLE IDENTITA' di PERINA FLAVIA
FOGLIO, PALOMBELLA NERA (E ANTIFASCISTA)
EUROPA, MELONI
La critica lettera aperta del presidente di Azione Giovani di Roma, Lettera aperta ad ogni Italiano. Riflessioni sull' anti-fascismo di Federico Iadicicco.
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