venerdì 28 novembre 2008

Una nuova visione di Paestum: l'assedio al Parco archeologico comincia della viabilità.

Solo qualche settimana fa con un manifesto pubblico avevamo salutato l’avventata apertura della nuova strada che costeggia le mura di Paestum sul lato sud / est con una serie di incidenti.
Che qualcosa non funzionava in quei lavori era emerso subito, sin dall’inizio dei lavori: muretti di cemento che venivano realizzati per poi essere demoliti, un manto stradale che si presentava peggio di un vecchio sterrato di campagna, per finire con il guardrail che delimitava la carreggiata dal lato mura, a protezione del percorso ciclabile, brutalmente rimosso dopo la sua installazione.
Ai legittimi interrogativi di semplici cittadini e di associazioni avevano dato rassicurazioni più di uno. Lo stesso progettista dell’opera in un’intervista rilasciata nel corso di uno speciale su La7 garantì che la strada sarebbe stata aperta al transito nei termini previsti “senza polvere”. Un consigliere di maggioranza era arrivato ad affermare che la situazione era sotto controllo e che appena la temperatura sarebbe scesa il materiale ecologico si sarebbe compattato per presentarsi come un massetto di cemento.
Purtroppo tutti gli esperimenti fatti su quella pavimentazione, anche a scapito degli inconsapevoli utenti che fino ad oggi l’hanno percorsa sono miseramente falliti.
E’ arrivata la pioggia, la temperatura è scesa … e con essa la strada. Proprio nel centro della carreggiata sono sempre più evidenti una serie regolare di buche ed il materiale si sgretola sotto le ruote dei veicoli e l’azione della pioggia.


Ci eravamo chiesti come si potesse collaudare con esito positivo una strada del genere. Ma probabilmente il collaudo non c’è stato … malgrado si sia proceduto all’apertura della strada!
E’ per tutte queste ragioni che Alleanza Nazionale chiede all’amministrazione comunale di chiudere immediatamente la strada, prima che a farlo sia un magistrato a seguito di un incidente fatale.
Ribadiamo, infine, la nostra determinazione a voler risalire alle responsabilità dei tanti errori commessi:
• L’apertura di una strada in tali precarie condizioni, che ancora non è chiaro se sia stata collaudata o meno;
• numerose “varianti” in corso d’opera che non si capisce se frutto di errori di esecuzione o di “sviste” di chi sovrintende al progetto;
• tutti i maggiori oneri derivanti da un muro in cemento eretto e poi abbattuto, da un guardrail “speciale” prima installato e poi rimosso, da tutti i trattamenti a cui viene sottoposto il manto stradale per renderlo praticabile;
• le richieste di risarcimento da parte di sfortunati automobilisti che hanno sperimentato l’inadeguatezza di questa strada.


Ma su tutto due quesiti turbano la nostra coscienza civica:
1. come è possibile ritenere questa stradone rialzata a soli 4 metri dalle mura compatibile con l’area archeologica ed al contempo ritenere incompatibile un sottopasso (che scompare sottoterra) a 600 metri dalle mura?
2. Come si concilia la realizzazione di questa importante opera (più di 5 milioni di euro) prevista dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale e dagli indirizzi programmatici formulati dal Consiglio Comunale sul PUC, con la dismissione di tutte le strade intorno all’area archeologica? Cosa, quest’ultima, che è risultata poi evidente nella Relazione Programmatica del PUC presentata dal tecnico incaricato e da quanto affermava su un blog locale il 26 settembre un consigliere di maggioranza: ”L'area archeologica di Paestum diventerà PARCO ARCHEOLOGICO (nell'ambito del Sistema PARCHI Regionale). Ovvero, le strade intorno alla cinta muraria diventeranno tutte pedonali, con panchine ed illuminazione. Autobus e macchine dovranno essere parcheggiate presso la nuova area parcheggio (a qualcosa doveva servire, appunto) per poi procedere a piedi nel parco archeologico. Si creeranno nuovi accessi agli Scavi (da vari lati), percorsi ciclabili e per i disabili. Una nuova visione, insomma.”

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