Il "rottamatore" M. Renzi con un vecchio amico C. De Mita. |
Firenze: Ritratto di Matteo Renzi, candidato PD a sindaco.
Interessanti i suoi rapporti con dei noti immobiliaristi e altro ancora. Altro che l’Obama fiorentino! (1)
Matteo Renzi è figlio di Tiziano Renzi, ex parlamentare della DC e gran signore della Margherita e della Massoneria in Toscana. Il feudo incontrastato della famiglia Renzi è il Valdarno, dal quale si stanno allargando a macchia d'olio. Il padre di Matteo controlla dalla metà degli anni '90 la distribuzione di giornali e di pubblicità in Toscana. Questo, unito agli affari con la Baldassini-Tognozzi, la società un po' edile e un po' finanziaria che controlla tutti gli appalti della Regione, spiega l'ascesa di Matteo Renzi.
Le prime 10 cose che non vanno di Matteo Renzi:
1) Da presidente della Provincia, tra il 2004 e il 2009, ha acquisito il controllo di tutta la stampa locale, radio e tv, in Toscana. L'ultimo giornale che un po' gli era ostile era "La Nazione". Per questo, in occasione dei 150 anni di questo giornale, ha fatto ospitare dai locali della Provincia, in via Martelli, una mostra che, naturalmente, è stata pagata coi soldi di noi contribuenti. In questo modo, La Nazione è divenuta renziana.
2) Renzi per controllare ancora meglio l'informazione locale, ha trovato un secondo lavoro a moltissimi giornalisti: gli uffici stampa degli eventi organizzati dalla Provincia, come il Genio fiorentino, il suo stesso portavoce, tutta una serie di riviste inutili e costossime per la collettività (Chianti News, InToscana, ecc.) servono a lui e a Martini, il presidente della Regione, a tenersi buoni i cronisti locali. Inoltre, trasmissioni come "12 minuti col Presidente", che va in onda su RTV 38 e Rete 37, gli sono servite a dare delle tangenti legalizzate alle redazioni di queste emittenti che ormai, in lui, riconoscono il vero datore di lavoro.
3) Tra le cose di cui più si vanta Renzi, vi è il recupero di Sant'Orsola. Il grande complesso situato in San Lorenzo, chiuso e abbandonato da molti decenni, sarebbe stato recuperato dalla Provincia -così dice Renzi- conun investimento iniziale di 20 milioni di euro. E questo non è vero. Infatti, a bilancio, a fine anno, la Provincia per Sant'Orsola ha stanziato la miseria di un milione di euro. E' un esempio del suo continuo modo di mentire.
4) Renzi in questi 5 anni ha utilizzato la Provincia allo scopo di promuovere la propria immagine personale coi soldi nostri. A questo servono manifestazioni inutili e costose come "Il Genio fiorentino e "Riciclabilandia". Attraverso l'utilizzo delle consulenze, degli uffici stampa, della commissione di sondaggi, pubblicazioni e pubblicità ha creato una vasta rete clientelare di giornalsti che non ne contraddicono mai le posizioni.
5) L'inchiesta di Castello: Matteo Renzi, come presidente della Provincia, è molto più coinvolto del sindaco Domenici. Infatti, le opere oggetto dell'inchiesta sono quasi tutte commissionate dalla Provincia: tre scuole, una caserma nonché naturalmente il nuovo (e che bisogno c'è?) palazzo della Provincia. Eppure sui giornali ci è finito Domenici.
6) Il braccio destro di Ligresti, patron della Fondiaria, Rapisarda, lo si vede bene nelle intercettazioni telefoniche, pretende che per le commissioni di Castello la Provincia faccia una gara d'appalto. "sennò ci accusano di fare noi il prezzo", spiega Rapisarda al telefono all'assessore Biagi.
Pochi giorni dopo quella telefonata, compare questo titolo su Repubblica: "Renzi contro la Fondiaria: per Castello si farà la gara d'appalto". Ovvero: Renzi è colui che meglio esegue le volontà della Fondiaria e poi appare addirittura come quello contro i poteri forti!
7) Nel 2004 come prima cosa taglia i fondi della Provincia per la raccolta differenziata. Risultato, i Verdi si arrabbiano (giustamente) e lui li espelle dalla Giunta.
8 ) DAl 2004 Renzi ha creato un'infinità di società alle quali la Provincia commissiona eventi culturali, indagini di mercato e così via. Il caso più clamoroso è quello di "Noilink" che, durante le primarie del PD, diventa il suo vero e proprio comitato elettorale!
9) Tutti i giornaletti del cappero che arrivano nelle case dei fiorentinim a partire da "Prima, Firenze!" sono stampati coi soldi della Provincia
10) Nessun giornalista osa fare una domanda su quanto abbiamo riportato nei primi nove punti a Matteo Renzi.
Note: (1) A cura della sinistra unita e plurale (SUP)di Firenze, l'articolo è del 2009
Tiziano, il papà massone di Mtteo Renzi.
Matteo Renzi: il mercato nero della politica
Con Matteo Renzi ormai siamo al mercato nero della politica.
Intendiamoci, non è che gli altri candidati delle primarie
PD siano politicamente migliori di
Renzi (tutti hanno firmato l’adesione al Fiscal Compact[1]).
Renzi, però, di suo ci mette una buona dose di strafottenza.
Renzi sta alla politica come il mercato nero sta
all’economia di guerra. Perché l’Italia sta in guerra. Almeno in questo, Monti
ha detto la verità[2]. La
guerra che le elite europee conducono in modo sempre più scoperto contro i
rispettivi popoli.
Guerra che nel nostro paese, però, nei trascorsi 60 anni, ha
raggiunto punte di particolare ostilità (le stragi di Stato, il terrorismo
atlantico).
È la guerra politica di cui parla nei suoi scritti Vinciguerra[3],
diventata visibilmente economica con l’adesione dell’Italia all’euro (con lo
spread che ha sostituito le stragi, che però potrebbero sempre tornare, alla
bisogna).
E, nello stivale del Belpaese ridotto come la calza della
Befana che contiene solo carbone, eccoci alle primarie del centro-sinistra – da
qualcuno argutamente definite “il primo show del centro-destra senza
Berlusconi”.
Eccoci a Renzi. Non è che la maggioranza degli italiani non
abbia capito chi è Renzi. Almeno, quelli che guardano la tele l’hanno capito sì,
che Renzi è quel bidone settimanalmente irriso da Crozza.
Ma, a quanto pare, agli italiani – o almeno, a una cospicua
parte di quelli che hanno votato alle primarie – sta bene così: tra
l’Intelligenza e il Potere, continuano a preferire il Potere.
Certo, il PD è lo zoccolo duro del clientelismo politico, è
normale che il “partito degli assessori” difenda le proprie rendite di
posizione votando per il nuovo campione dell’italico gattopardismo.
Ma è comunque inquietante quella grossa fetta di utili
idioti trascinati nell’operazione.
Paradossale: gli italiani, bidonati – e bidonati a sangue
– dalla Casta, come rimedio chiedono più bidoni e più Casta.
Perché, a quanto pare, si continua a pensare che forse ad
essere bidonati saranno gli altri, non noi.
Si rinuncia a tutto ma non alla speranza di bidonare il
prossimo.
E così ci si aggrappa a Renzi, il figlio di papà, di cui
sono ricorrenti le voci di appartenenza massonica (di entrambi, sia il figlio che
il papà[4], ma, al
di là delle voci, la presenza politica della massoneria nella “discesa in campo”
di Renzi sembra evidente[5]).
Mai mi sarei aspettato in questi anni di dover dare ragione
a Marchionne. Ma Marchionne l’ha detta giusta, anche se non lo sa: Firenze è diventata
davvero una “piccola e povera città”[6]. Dimenticate
il Rinascimento e tutto il resto. Piccola e povera per effetto di un declino
che è, evidentemente, innanzitutto intellettuale:
altrimenti, la città che fu di don Milani e Giorgio La Pira non avrebbe votato
un Renzi.
Piccola come l’Italia di Napolitano e di Monti.
Adesso i giornali scoprono le implicazioni affaristiche del
renzismo, tirano fuori conti, cifre: non c’è iniziativa, nel “sistema Renzi”[7], che non
abbia come motivazione reale il calcolo, l’interesse, il business, anche quando
non sembra[8].
Come dice un proverbio inglese: NO LODGE NO BUSINESS, niente
loggia (massonica), niente business.
Evidentemente, gli italiani che votano Renzi pensano di riuscire a intercettare qualche rigagnolo
di quel business, non si sa mai.
Non vogliono capire che il voto che gli daranno, se mai
diventasse lui il premier, a buona parte di loro costerà caro, anche più
della farina al mercato nero.
[1] Attenzione: chi vota alle primarie PD-SEL,
vota per l’«Agenda Monti»: http://www.megachip.info/tematiche/beni-comuni/9235-primarie-agenda-montir.html
[2] Monti: per l’Italia percorso di guerra.
Polemica sui «mali della concertazione»: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-07-11/monti-litalia-percorso-guerra-212325.shtml?uuid=Abbz0U6F
[4] “Altro personaggio di spicco, indicato
come Massone, è Matteo Renzi, il “rottamatore” del Pd, il quale per tutta
risposta si è fatto ritrarre dai giornali con il padre, democratico e appunto,
massone”, in Nei meandri della Massoneria
Più di 600 i Liberi Muratori maceratesi: http://www.cronachemaceratesi.it/2012/10/20/nei-meandri-della-massoneria-piu-di-600-i-liberi-muratori-maceratesi/249369/
; vedi anche MATTEO RENZI tra Big Bang e
massoneria: ritratto di un berlusconiano
doc: http://www.lavocedilucca.it/post.asp?id=23305
; Chi è Matteo Renzi (si sapeva molto –
anche se non tutto – già dal 2009) – E ora ingaggia suo padre, vecchio democristianone
massone: http://iltafano.typepad.com/il_tafano/2012/10/chi-%C3%A8-matteo-renzi-si-sapeva-molto-anche-se-non-tutto-gi%C3%A0-dal-2009-e-ora-ingaggia-suo-padre-vecchio-.html
;
[5] “Le
truppe forziste e la compagnia variegata dei grembiulini (leggi massoneria) sono
pronte a spendere i due euro, indispensabili per andarlo a votare”: http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/1-la-prima-figura-da-bischero-di-renzi-bill-clinton-riparte-da-firenze-senza-44666.htm
[6] Marchionne attacca Renzi e Firenze: «Sindaco di una piccola povera città»: http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/politica/2012/10-ottobre-2012/firenze-gaffe-marchionne-rabbia-ironica-rete-2112200271316.shtml
[7] Il sistema Renzi: amici, famiglia, potere. E
un fascicolo sull’uso dei fondi pubblici: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10/08/sistema-renzi-amici-famiglia-potere-ma-ce-fascicolo-sulluso-dei-fondi-pubblici/375926/
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