mercoledì 23 luglio 2008

La proposta del Popolo della Libertà sul PUC

Intervento politico per la formazione del PUC a Capaccio-Paestum



Prima di esprimerci su alcuni punti generali sui quali incentrare un possibile "percorso - progettuale" da seguire per la formazione del PUC a Capaccio-Paestum, vogliamo ribadire con impegno e senza strumentalizzazioni, che il nostro ruolo di decisori dovrà con razionalità far fronte ad una serie ragionata di scelte e di rinunce, affinché ogni sforzo possibile porti nel breve termine alla stesura definitiva del piano: strumento che annuncerà attraverso grafici, norme, azioni e strategie la governance della futura trasformazione fisico-spaziale del territorio di Capaccio-Paestum.
Tale impegno è rispettoso delle aspettative collettive della comunità Capaccese che da troppo tempo vede disattesi i legittimi bisogni attraverso annunci e smentite sui reali aspetti temporali del piano: la particolare congiuntura economica vede svilire l'azione dei possibili operatori economici sul territorio, aggravate dalla totale assenza di progetti e azioni concertati.

Molte definizioni teoriche danno la pianificazione razionale come presupposto del consenso della società. Non è sempre così, anzi definire la decisione provoca spesso conflitti accessi, perché carenti sotto l'aspetto della condivisione concertata. Su questo particolare argomento vogliamo esprimere tutto il nostro rammarico per come sono stati condotti alcuni adempimenti di partecipazione democratica tra parti politiche, anche se di formazione distinta, ma avendo i medesimi obiettivi proiettati verso la crescita delle singole comunità locali.
Da oltre un mese abbiamo fatto richiesta, anche con interventi ufficiali in consiglio comunale, di prendere parte al tavolo tecnico dell'Ufficio di Piano attraverso la partecipazione di un tecnico designato dai partiti che compongono la minoranza, e dopo aver ricevuto un ufficioso consenso, non abbiamo mai visto formalizzarsi alcuna ufficialità. Tuttavia nel contempo si sono avute varie stesure di "Indirizzi programmatici relativi agli obiettivi del PUC" e precisamente quella del 19.06.2008 e l'ultima posta a base del presente consiglio del 17.07.2008. Mai in nessuno di questi tavoli siamo stati invitati per apportare contributi, estromettendo di fatto dal processo di piano l'interlocutore minoritario del consiglio comunale.
L'incontro del pre-consiglio ha sancito l'impostazione autoreferenziale di questa maggioranza consiliare riducendo, a nostro modesto avviso, i margini di una conduzione serena del processo decisionale in atto.
L'impostazione politica data al piano risulta attualmente scarna di razionalità, facendo indebolire l'Amministrazione comunale sul convincimento delle motivazioni delle scelte effettuate attraverso l'individuazione ex ante di obiettivi generali e specifici.

Il territorio di Capaccio - Paestum risulta essere molto frammentato, composto per parti e, nello stesso tempo, senza confini: uno spazio urbano discontinuo fatto di punti da raggiungere.
Sono i connotati della città contemporanea, in cui i tessuti connettivi, i pochissimi spazi pubblici e collettivi (Piazza Santini, le piazze dei borghi di Gromola, Spinazzo e Scigliati), vanno in crisi e tendono a degradarsi progressivamente o perché inadeguati oppure perché assolvono ad una funzione diversa da quella destinata in passato.
Viene a mancare il senso di appartenenza, e la realtà delle borgate ne è un esempio, in cui ognuno non si identifica con la città, con i suoi valori, i suoi significati ed i suoi spazi.
Un territorio organizzato con una forma policentrica rappresentata dagli innumerevoli borghi, alcuni pianificati al tempo della riforma agraria (Capaccio Scalo, Gromola, Spinazzo e Scigliati) altri sorti spontaneamente lungo le direttrici viarie di livello gerarchico intermedio (Ponte Barizzo, Rettifilo, Borgo Nuovo, Licinella, Santa Venere, Laura e Vuccolo-Tempa S.Paolo).

Tale complessità in definitiva va accolta come un dato per affrontare i nuovi rapporti interscalari della città, entro cui i margini, i vuoti interni all'edificato e le interconnessioni diventano decisivi nel ridefinire la morfologia e la forma della città futura di Capaccio-Paestum.
La città diffusa con la concentrazione da un lato della popolazione in borghi urbani e con la rarefazione dall'altro impone un nuovo e più articolati equilibrio di relazione. L'equilibrio non va inteso come una semplice contabilità degli standards urbanistici anche se le quote pro-capite vanno comunque garantite.
L'obiettivo generale è la nuova immagine della città pubblica: progettare e rappresentare gli spazi e i luoghi con nuovi modelli di utilizzo dello spazio pubblico della città diffusa (tipologie residenziali innovative, architetture di connessione, ecc..). Identificare una nuova rete di luoghi collettivi che si confronti con quella dei borghi, da un lato, e con la rete del sistema delle discontinuità verdi dall'altro.

I borghi non hanno un rapporto organico con il centro di Capaccio Scalo, vivendo una realtà priva di spazi collettivi: mancano di piazza e di luoghi di aggregazione e di occasioni di raccordo con il centro urbano di Capaccio Scalo. Per le borgate bisogna prevedere una loro vivibilità interna, ne si può ipotizzare una loro espansione con interventi residenziali "in continuo" lungo le direttrici viarie di collegamento.
Secondo la nostra breve analisi condotta, il percorso progettuale da seguire per la redazione del piano potrebbe assumere la seguente specificazione:

1. Per "luoghi e sistemi di luoghi" individuati come maggiormente trasformabili esistenti ai margini dei nuclei insediativi e non all'interno di aree libere, in modo da realizzare un "sistema di percorsi verdi e di luoghi interni ed esterni ai nuclei" con funzioni commerciali, di servizio e verde locali che colleghino i nuclei insediativi con l'area del Parco archeologico di Paestum, e ne costituiscano il sostegno organizzativo e di integrazione reciproca ed urbana.

Interventi insediativi:

1. Capaccio Scalo dovrà recepire la maggior parte della volumetria residenziale del fabbisogno teorico calcolato - senza ipotesi forzate di situazioni di usi abitativi inesistenti - localizzati ai margini e/o nell'immediato periurbano, senza compromettere nel modo più assoluto le aree verdi interne all'insediato.
Capaccio Scalo dovrà assolvere ad un ruolo di centro urbano preminente, connesso con gli altri borghi, ridisegnandone i margini sfrangiati e gli spazi verdi al proprio interno. Solo così potrà competere con le altre realtà comunali limitrofe, assumendo un ruolo cardine al fine di incrementare ogni azione di marketing urbano con capacità attrattive per gli investitori. Prevedere le quote di utilizzo del comparto edificatorio nell'ordine del 70% da cedere gratuitamente al comune e del 30% come trasformabilità rispetto all'uso previsto;
2. La rilevante quota parte dei volumi ad uso alberghiero localizzata lungo il tratto Foce Sele-Varolato, Laura e Licinella, senza alcuna previsione ad uso residenziale, la quale comprometterebbe irrimediabilmente l'intero litorale marittimo;
3. Altra quota significativa dei volumi alberghieri va localizzata a Capaccio Capoluogo intorno al centro storico valutandone l'effettiva domanda di trasformazione degli operatori turistici;
4. Piccole quote di volumi residenziali ai margini sfrangiati dei borghi urbani per un loro completamento e identità;

Riteniamo doveroso, per il rispetto della naturale vocazione del territorio nonché nel rispetto delle reali capacità ricettive degli ambiti di usi e funzioni, che non vengano individuati nuovi insediamenti dove non siano presenti i servizi e le opere di urbanizzazione primaria (rete fognaria, rete pubblica illuminazione, rete idrica, sicurezza, ecc..), perché i costi a carico della collettività non sarebbero giustamente finalizzati.

Riteniamo fondamentale dare consistenza e metodo all'attuazione del piano ricorrendo allo strumento del "Progetto urbano" consistente in un insieme di procedure ed atti tecnici finalizzati alla costruzione secondo un approccio strategico del progetto di assetto futuro, attribuendo finalmente a quest'ultimo una fisionomia e una finalità precisa rispetto al processo di piano.
In sostanza il "Progetto urbano" dovrebbe fornire tutti gli elementi necessari per validare la quantità e la qualità delle trasformazioni che il progetto individua, per determinare la convenienza sia pubblica che privata delle operazioni nel loro complesso.
Scritto, letto ed approvato.

F.to Gabriele Mauro capogruppo F.I.
F.to Roberto Voza consigliere F.I.
F.to Giuseppe Antonio Troncone capogruppo G.Misto (PDL)


AS F.to Guido Giudice
FI F.to Antonio Di Benedetto
AN Franceso Sica
DC Claudio Ragosta

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