Legislatura 16º - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 048 del 24/07/2008
RESOCONTO STENOGRAFICO
RESOCONTO STENOGRAFICO
Presidenza del vice presidente CHITI
Discussione congiunta e approvazione dei documenti:
(Doc. VIII, n. 1) Rendiconto delle entrate e delle spese del Senato per l'anno finanziario 2007
(Doc. VIII, n. 2) Progetto di bilancio interno del Senato per l'anno finanziario 2008 (ore 9,39)
(Doc. VIII, n. 1) Rendiconto delle entrate e delle spese del Senato per l'anno finanziario 2007
(Doc. VIII, n. 2) Progetto di bilancio interno del Senato per l'anno finanziario 2008 (ore 9,39)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione congiunta dei Documenti VIII, n. 1 (Rendiconto delle entrate e delle spese del Senato per l'anno finanziario 2007) e VIII, n. 2 (Progetto di bilancio interno del Senato per l'anno finanziario 2008).
Le relazioni sono state già stampate e distribuite.
Il relatore, senatore Azzollini, ha chiesto di integrare la relazione scritta, ma è stato trattenuto da impegni istituzionali; il senatore Questore Comincioli si è dichiarato disponibile ad anticipare il proprio intervento
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Paravia, il quale nel corso del suo intervento illustrerà anche gli ordini del giorno G1 e G2. Ne ha facoltà.
*PARAVIA (PdL). Signor Presidente, prima di iniziare le mie osservazioni, vorrei evidenziare come francamente sono rimasto colpito dall'intervento che mi ha preceduto del senatore Morando e su alcuni temi da lui trattati mi permetto francamente di rivolgergli qualche mia perplessità.
Egli ha stigmatizzato taluni aspetti del bilancio come se fosse un senatore di prima nomina. Io, che mi considero neosenatore (diciamo in prosieguo della precedente interrotta legislatura, avendo fatto parte solo della precedente, in verità avevo conosciuto un Morando diverso, Presidente della Commissione bilancio.
La prima osservazione che voglio sottoporre all'attenzione è relativa alle sue lamentele circa il sistema elettorale. Vorrei ricordargli che in Toscana, Regione governata dal suo partito, si è votato con il sistema della non preferenza, e cioè per liste bloccate, e non ho mai sentito in quella terra che esprimesse tale perplessità. Altrettanto dicasi per il fatto che quando era Presidente della Commissione bilancio gli avevo sottoposto come neosenatore, in carica da qualche settimana, il problema dei collaboratori parlamentari ricevendone un totale silenzio.
Voglio poi rassicurarlo sulla diversa sensibilità di quest'Aula nella XVI legislatura; nei due passati momenti di esame e votazione del bilancio in Aula, ho infatti contato 27 senatori (nel 2006) e 31 senatori (nel 2007), compreso l'ex presidente della Commissione bilancio Morando. Oggi, siamo circa 90; dovrei dire che abbiamo ottenuto un incremento del 200 per cento.
In quelle occasioni, quando sollevai il problema, oggi richiamato da un altro senatore che mi ha preceduto, del quorum che sarebbe necessario per l'approvazione del bilancio di una istituzione così alta, prestigiosa e seria qual è il Senato e che invece il Regolamento non prevede. E in quest'Aula, infatti, i bilanci sono stati approvati anche con la presenza di soli dieci senatori. Il senatore Morando in passato non fu in grado di esprimere la stessa sensibilità che ha espresso oggi. Mi fa piacere vedere, adesso, che si è immedesimato in alcuni problemi. Vuol dire che ha una certa difficoltà di metabolizzazione ma alla fine ci arriva e quindi lo ringrazio per pensarla quasi come me. (Applausi dal Gruppo PdL).
Chiariti questi aspetti, vorrei passare allo svolgimento delle mie osservazioni perché pochi dei presenti sanno che io sono l'unico senatore a essersi astenuto sull'approvazione del bilancio nel 2006, mentre nel 2007, l'anno scorso, si aggregò a me l'ex senatore Roberto Manzione, anche se per motivazioni diverse. Voglio spiegare che le mie due astensioni precedenti, e anche la probabile terza di oggi, sono relative non tanto al contenuto del bilancio, che trovo per certi aspetti estremamente dettagliato e preciso, ma piuttosto alle procedure di approvazione, già prima sollevate, e alla tempistica.
Mi meraviglia, cioè, che un'istituzione che ha un bilancio di 600 milioni di euro, adotti una procedura così rapida. Tra l'altro, io mi sono procurato una copia del bilancio in via di cortesia già giovedì scorso ma l'ho dovuta sollecitare perché la prima istanza del mio collaboratore parlamentare era stata rifiutata. Infatti il documento doveva prima essere visionato dalla Commissione dei Presidenti delle Commissioni presieduta, appunto, dal presidente Azzollini della Commissione bilancio che ora ha svolto la sua ottima relazione. Mi sembrava strano, anche da imprenditore e quindi da persona abituata a bilanci non solo estremamente più dettagliati e severi ma anche con formalità di approvazione molto più particolari e serie, che l'istituzione del Senato potesse approvare, tra il disinteresse di tutti, questo documento di bilancio mentre per il Comune più piccolo, che ha un bilancio di qualche centinaio di migliaia di euro, sono previste delle procedure, sia per la messa a disposizione dei documenti sia per la votazione, con dei quorum qualificati, e la mancata approvazione può determinare anche lo scioglimento del Consiglio comunale.
Adesso sono contento, perché mi sento confortato da tanta eccellenza, mi riferisco al senatore Morando. Infatti, dato che è d'accordo anche lui, i senatori questori, uno dei quali oggi riveste l'incarico di Presidente e che già faceva parte del precedente collegio e gli altri due nuovi, probabilmente saranno in grado di recepire queste richieste e di affrontarle perché credo che la modifica al Regolamento, più che dal singolo senatore - la cui proposta lascerebbe il tempo che trova - forse dovrebbe venire da questori così responsabili, ai quali va tutta la mia stima e il mio rispetto - condiviso con i precedenti ovviamente - perché credo che possano, in qualche modo,
ipotizzare delle soluzioni in linea con la necessità di maggiore conoscenza.
Chiarito questo punto, e quindi il perché delle mie precedenti astensioni, vorrei trattare qualche situazione anacronistica che pure vorrei portare all'attenzione dei questori che magari potrebbero occuparsene non subito ma nel prosieguo dei lavori, nei prossimi mesi della loro attività. Mi riferisco al fatto che esistono tutta una serie di diritti acquisiti, così si chiamano, tra i quali, però, io distinguerei quelli che sono realmente tali da alcuni privilegi deliberati nelle legislature precedenti, quando si poneva poca attenzione sia alla lievitazione dei costi, sia al fatto che le aspettative di vita sono aumentate per cui determinate decisioni, a causa della felicissima situazione in cui noi ci troviamo di poter vedere allungata la nostra vita, andrebbero riconsiderate.
A questo proposito, signor Presidente, mi permetto una divagazione, perché, essendo registrate le dichiarazioni di ogni singolo parlamentare, questa mia resti ai fini di una sorta di testamento
biologico. Nella mia personale vita allungata, laddove dovessi trovarmi in determinate condizioni, in cui oltre tremila cittadini italiani si trovano, chiederei di non essere più alimentato (non guardate la mia mole). Nel momento in cui dovessi vivere in modo vegetale, preferirei raggiungere altra, miglior vita.
Chiudendo la parentesi e tornando all'argomento in discussione, credo siano stati concessi privilegi che vadano, sia pure in modo graduale, decisamente ridotti. A esempio, so che i senatori a vita usufruiscono - alcuni non ne usufruiscono neppure - di numerose stanze, e che, oltre alle stesse indennità dei senatori, hanno anche il vantaggio di disporre di una serie di dipendenti scelti personalmente, posti a carico del Senato, che svolgono l'attività in altre sedi. Questo riguarda anche i precedenti Presidenti di questa Camera Alta. In modo analogo, si riscontra la stessa situazione presso il Consiglio dei ministri, per gli ex Presidenti del Consiglio e per gli ex Ministri dell'interno, e per gli ex Presidenti della Camera.
Ritengo che tutte queste realtà debbano iniziare a modificarsi. Non mi sono ravveduto oggi come il collega Morando: ne sono sempre stato convinto, da quando non appartenevo alla casta e oggi che sono anch'io componente della casta mi rendo conto che, in modo graduale e intelligente, bisogna iniziare a ridimensionare determinati non diritti acquisiti, ma privilegi.
Spero di non provocare le ire del presidente Cossiga, che già in precedenza mi ha attaccato per qualche mia affermazione. Ho il massimo rispetto per i senatori a vita; credo, anzi, che debbano frequentare più spesso queste Aule. Dall'inizio della legislatura ne abbiamo visto qualcuno e solo in occasione del voto di fiducia. Credo che, invece, debbano venire, perché possono intervenire e richiedere che si discuta di certi temi significativi, come quello del testamento biologico.
Signor Presidente, mi avvio alle conclusioni, illustrando velocemente i due ordini del giorno. Il primo ordine del giorno è relativo alle procedure, alla messa a disposizione dei documenti e alla previsione di un minimo di quorum in quest'Aula - anche solo un terzo dei suoi componenti - per l'approvazione del bilancio interno, così come avviene per leggi, mozioni e altro.
Per quanto riguarda il secondo ordine del giorno, relativo a una questione a me molto cara, sui collaboratori parlamentari, vedo finalmente il senatore Morando molto attento (al momento non lo è, ma lo sarà certamente nel prosieguo della discussione). Sui collaboratori parlamentari, signor Presidente, chiedo ai senatori Questori di dirci qualche parola di verità. Mi sembra, infatti, che vi siano figli di un dio minore: vi sono i collaboratori parlamentari pagati in nero e vi sono quelli che, invece, sono stati privilegiati e inseriti nei costi di Gruppo, quindi a diretto carico del Senato, che godono di trattamenti diversi.
Nello stesso tempo, mi pare che attualmente il Senato, così come la Camera, stia pagando una serie di collaboratori dei Gruppi che non hanno più alcuna attività da svolgere, poiché lavoravano presso i Gruppi di Rifondazione comunista o dei Verdi. Credo sia veramente ingiusto che esistano persone privilegiate mentre tanti collaboratori parlamentari non hanno neppure un rapporto corretto, regolato, con l'iscrizione all'INPS e all'INAIL, ma al limite sono assunti attraverso fantasiosi contratti a progetto, che non hanno alcuna valenza per le funzioni che loro svolgono. Infine, desidero chiarire la mia posizione sulla maggiore trasparenza delle voci di bilancio che riguardano i Gruppi parlamentari. A tale proposito, l'ex presidente del Senato Marini mi inviò una lettera molto precisa, dal suo punto di vista giusta, dal mio un po' meno. Nella scorsa legislatura, ebbi modo di verificare del tutto casualmente, ascoltando involontariamente una chiacchierata violenta fra alcuni componenti di Rifondazione comunista, che con i fondi dei Gruppi parlamentari fu ceduto il seggio parlamentare del senatore Malabarba alla senatrice Heidi Giuliani, per circa 120.000-130.000 euro in contanti (già allora esistevano norme di divieto di pagamento in contanti).
È questo il motivo per cui chiedo una maggiore trasparenza dei bilanci dei Gruppi, affinché all'interno del bilancio del Senato ci sia non dico maggiore trasparenza o chiarezza, ma un maggiore senso di responsabilità da parte di tutti. (Applausi dal Gruppo PdL e del senatore Perduca).
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