sabato 31 gennaio 2009

Considerazioni sulla "mia Destra".


Perché dirsi di destra? Questa la domanda che ho cercato di pormi nel mio intervento (il Mito e l'Utopia. Un percorso personale alla Destra)alla presentazione di domenica scorsa del libro di Creola Izzo "la mia Destra".
E' chiaro, come emerso, che ogni volta che poniamo l'interrogativo, anche per l'altro opposto della diarchia, la sinistra, non facciamo che darci una risposta parziale e del tutto personale.
Già parlare di Destra come di Sinistra è forviante, trattandosi di categorie generali ed estratte, che hanno sempre avuto una loro specificazione diversa nel tempo e nello spazio. Si potrebbe parlare di destre o di sinistre, ma anche qui cadremmo poi nel gioco delle semplificazioni.
Qual è il discrimine allora?
Francamente chiunque si è posto una tale domanda alla fine ha dato sempre una risposta del tutto personale ed arbitraria. Nello specifico esistono destre e sinistre che talvolta hanno temi, principi ed idee del tutto simili, anche quando si tratta di dare risposte concrete a fatti specifici.
Ma lasciando il dibattito sul sesso degli angeli, vorrei chiarire le motivazioni del mio intervento o meglio di ciò che ho detto.
E' un dato di fatto, quando abbiamo una discussione di questo genere con amici e conoscenti, assistere al revival dei luoghi comuni, come anche all'amarcord dei tempi andati.
In realtà entrambi gli antipodi della diarchia hanno una ricchezza di storia, idee e personaggi che è notevolmente superiore alla conoscenza comune, che di solito basa i suoi convincimenti più su elementi umorali o parentali che su convinzioni maturate su ragionamenti e conoscenza dell'argomento.
Di fatto se nell'incontro di domenica non sono mancati i luoghi comuni o i revivals di un certo passato, cosa che uno dei giornalisti presenti in sala ha fatto presente nel suo articolo, anche se poi anch’egli non è che si sia sottratto allo stesso contegno. La sua risposta oltre che un articolo assolutamente parziale (come sempre nei nostri confronti) è stata quella di inserire anche un trafiletto con l'icona di Matteotti con delle considerazioni che rispolveravano anch’esse i luoghi di un certo antifascismo di maniera. Peccato che lo scrivente, come alcuni relatori non abbiano capito che i tempi di una certa destra sono passati per sempre. I giovani, e basta farsi un giro sui tanti siti internet sull'argomento, hanno altri riferimenti culturali, guardano ad altre idee ed altri personaggi.
Da qui, anche da parte mia, la volontà di inaugurare con "Il Conservatore" dei percorsi alternativi di riflessione e comprensione del pensiero politico, economico, sociale, ecc., che nel frattempo è andato avanti, sia rispetto ad un certo passato che nel sentire comune.
Ho quindi iniziato a parlare di idee e personaggi (inserendo articoli, sintesi, ecc.), che talvolta posso anche non condividere, proprio per dare più strumenti intellettuali a quei pochi che ci leggono e ampliare gli orizzonti ristretti in cui spesso ci troviamo a navigare.
L'importante è capire che ci sono molti spunti su cui riflettere, molte nuove strade da battere e che dirsi di destra significa anche sfidarsi nel trovare nuove o più profonde ragioni di essere.
Il che non esclude anche la conferma delle proprie idee, ma sicuramente maturate e rafforzate dal confronto con opinioni e punti di vista differenti.
Vi lascio con nuove immagini della manifestazione di domenica scorsa inviatemi gentilmente dall'avv. Katia Di Sessa.
Vi invito anche a visitare il sito di Azzurro Donne Cilento curato da Anna Katia ed Elena.


enzodisirio








Nessun commento:

Posta un commento

Gli interventi sono moderati.
Sono graditi suggerimenti, critiche e osservazioni.
Gli interventi irrispettosi ed offensivi verrano moderati.