Troppo bello se fosse vero. La legge del contrapasso. Mehdi Khazali, figlio del potente ayatollah Abulqassim al Khazali, ex membro del potente Consiglio dei guardiani della Rivoluzione, sostiene che il presidente iraniano Mahamoud Ahmadinejad è di origini ebraica ed il suo vero cognome sarebbe 'Sporjian'. "Nome di origine giudaica", del quale si troverebbe traccia addirittura nell'estratto del foglio di famiglia all'anagrafe di Aradan.Non sappiamo se ciò sia vero o solo il frutto di una campagna di discredito interna all'elitè iraniana o peggio ancora una bufala mediatica. A riportarlo è anche una fonte autorevole come RAI News24. Di seguito un estratto dell'articolo linkato (affianco).
In un articolo intitolato "Gli ebrei in Iran", pubblicato domenica scorsa sul suo sito web personale, Mehdi Khazali, da anni noto oppositore di Ahmadinejad, fa "esplodere una bomba" destinata a provocare inevitabili conseguenze, come scrive oggi il sito web della tv satellitare saudita al Arabiya. Khazali, scrive di avere "appreso ultimamente che Ahmadinejad, che ha sempre esitato di ostentare la sua religiosità, che è di origini ebraiche e che la sua famiglia ha radici giudaiche".
A sostegno della sua tesi, invita a consultare "la pagina delle note del certificato di nascita" del presidente al comune di Aradan dove risulterebbe che "il nome di famiglia e' stato cambiato da 'Sporjian' a Ahmadinejad.
"Se tutto ciò verrà confermato - scrive Khazali a distanza di 4 mesi dalle elezioni presidenziali - il cerchio del potere, della ricchezza e degli intrallazzi sara' chiuso" spiegando che "potere, ricchezza e intrallazzi sono radicati questa volta nella generazione degli ebrei in Iran". Nell'articolo, Ahmadinejad, viene paragonato al 'dittatore' iracheno Saddam Hussein, che anche lui avrebbe modificato l'albero della famiglia per farla risalire all'imam Ali Bin Taleb, cugino del Profeta maometto e santo veneratissimo dai musulmani sciiti.
Ma tutta la faccenda potrebbe essere, sempre che non sitratti di un'invenzione di qualche burlone, letta in chiave di una lotta interna tra le diverse anime dell'oligarchia iraniana. Intanto si fanno insistenti le voci di problemi di salute del presidente Mahmoud Ahamdinejad. Avrebbe, infatti, nelle ultime settimane disdetto ben 5 impegni pubblici.
La stampa moderata iraniana - citando lanci delle agenzia locali - elenca diversi impegni desertati da presidente, riportando le giustificazioni, che di volta in volta, hanno dato i suoi colaboratori: "Motivi di salute", per spiegare le ragioni della sua mancata partecipazione ad una manifestazione pro-Gaza tenuta martedì scorso a Teheran; "Inquinamento dell'aria"; per annunciare la cancellazione di un viaggio a Kirmanshh ad ovest del Paese programmato la settimana scorsa; "Stanchezza per la volta precedente". Nell'ottobre scorso, in un precedente inusuale per l'Iran degli Ayatollah, l'agenzia stampa ufficiale 'Irna' aveva giustificato un accenno di svenimento di Ahamdinejad in una apparizione pubblica, a "stress dovuto a lavoro" che svolgerebbe per 20 ore al giorno.Tutto ciò ci fa pensare ai famosi "raffreddori" che colpivano di tanto in tanto i leaders dell'ex Unione Sovietica. Un notizia in tal senso della TASS era qualcosa da leggere con i dovuti scongiuri. Accadde ad esempio con Breznief dove la notizia di un raffreddore servì a coprire momentaneamente il serio aggravarsi delle condizioni di salute del politico russo. Dopo poco ne seguì la morte.
Si tratti di verità o finzione di certo queste notizie ci fanno arguire un possibile cambio di vertici nella repubblica islamica con le elezioni dei prossimi mesi.
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